Almeno nelle inchieste giudiziarie il centro-destra ed il centro-sinistra sono alla pari nel Sannio: il centro-destra coinvolto con l’ex ministro De Girolamo nello scandalo della sanità; il centro-sinistra con il sindaco di Benevento Pepe negli appalti in città. Nell’uno e nell’altro caso le ombre dei soliti noti ! Il tentativo di qualcuno di banalizzare dette inchieste, e di ridurle a routine processual-giudiziaria, non ha alcun senso sia per il peso politico dei personaggi coinvolti quanto perchè, occorre ricordarlo a chi ha memoria corta, hanno provocato le dimissioni dell’allora Presidente del Consiglio Comunale di Benevento Boccalone che, alla fine, insieme al consigliere Aldo Damiano, sono stati gli unici che hanno abbandonato i loro incarichi dimostrando dignità nel voler difendersi nel processo senza rete di protezione. Ma il vero problema non è di ordine giudiziario ma politico ! Le classi dirigenti degli ultimi tempi del centro-destra e del centro-sinistra hanno completamente fallito la loro missione: basta girare per la città per rendersi conto dello sconforto e della rassegnazione dei cittadini beneventani relegati, da questa classe dirigente, ad essere nemmeno i guardiani ma i bidoni del “napolicentrismo”. La situazione peggiorerà con le prossime elezioni regionali con appena 2 candidati sanniti su 50, ed una Provincia declassata, per funzioni e competenze, a livello di assemblea condominiale: al contrario il “napolicentrismo”, per ciò che la legge gli consente, la farà da padrone assoluto in Regione e nell’Area Metropolitana. La riforma del Senato e l’Italicum, frutto dell’accordo Renzi-Berlusconi (molto Renzi e poco o niente Berlusconi) sono l’anticamera del pensiero unico contro il pluralismo partecipativo. I valori della libertà e della democrazia non possono a Benevento, come a Roma, essere umiliati e soffocati da una concezione padronale della politica di chi vuole assumere, per grazia ricevuta, il ruolo di salvatore della patria dopo anni di sonno e di indifferenza. Bisogna ridare voce e coraggio ad un Sannio che non ha più voce: solo una primavera sannita, a partire dalle prossime elezioni provinciali per quel che possono valere, potrà restituire forza ad un popolo ricco di storia e di tradizione contro il monopolio “napolicentrico”.
Luigi Bocchino